primo piano, cinque c

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  1. Cicala
     
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    Chissà cosa gli è venuto in mente nel momento in cui ha accettato di tenerlo a casa sua in attesa di consegnarlo nelle mani di Asgard.
    Fury senza troppe cerimonie gli ha consegnato il prigioniero ancora lacero, contuso, con ustioni, ferite e probabilmente qualche frattura per ricordargli che non è prudente tentare di conquistare la Terra, specie quando lui è allo SHIELD.
    Si stanno studiando silenziosamente all'incirca da dieci minuti, uno ormai perfettamente in ordine se non per come è ridotta il suo appartamento e l'altro completamente disastrato eppure completamente immobile se non fosse per il ritmico abbassarsi e alzarsi del torace al ritmo del respiro, anche quello difficoltoso e spezzato.
    Decide che è ora di dire qualcosa.
    "Dovresti darti una sistemata".
    Lo sguardo che riceve in risposta è una commistione di dolore e disprezzo.
    "Se devo tornare in mano alla giustizia asgardiana, che la mia agonia sia breve, questa volta".
    Tony si versa un generoso sorso di un liquore qualsiasi.
    "Pensi che ti condanneranno a morte?"
    "Non sono così gentili".
    Ira, odio, irritazione, dolore.
    "Sei uno strazio: quando dovrebbe passare la principessina col martello a recuperarti?"
    Il viso del dio è una maschera di sofferenza e sangue.
    "Una-una settimana" riesce a balbettare.
    Il moro si rialza, cercando di infondere un po' di entusiasmo nelle parole che sta per pronunciare.
    "Vuoi da bere?"
    Lo Jotun nega.
    "Allora io vado a dormire: se ti piace l'alcool lì ne hai a volontà, io sono nella mia stanza, ho settato Jarvis in modo da incenerirti se varchi il perimetro di casa mia o ti fai venire strane idee, puoi accomodarti sul divano, ci si vede domani mattina alle dieci, se Pepper non mi ricorda prima di avere una riunione o qualcos'altro."
    Detto questo il miliardario scompare diretto effettivamente verso la sua stanza da letto, in cui si assopisce praticamente subito.
    Riapre gli occhi verso le tre del mattino, cercando di ignorare il suono che sta turbando il suo sonno.
    Ci riesce per più o meno dieci minuti, poi si avvia verso il salotto dove ha mollato Loki tentando di far restare nella sua testa la sequela di improperi che gli è venuto spontaneo pensare per l'ora indecente cui è stato svegliato.
    La scena che vede lo preoccupa non poco: il dio dell'inganno non stava facendo un sogno certamente felice, per di più il sangue delle ferite si è seccato aderendo al tessuto morbido del pezzo d'arredo, aggiungiamoci poi che nel sognare s'è voltato facendo aderire il lato lesionato del visto al divano.
    Stark si sofferma a osservare il corpo martoriato del malvagio essere che ha di fronte.
    Qualcuno prima dei Vendicatori deve essersi divertito per bene.
    Gli posa una mano sul fianco dopo essersi seduto a gambe incrociate sul pavimento.
    "Loki, ehy!Svegliati!"tenta incerto.
    "Cerbiattino, non sta succedendo nulla, apri gli occhi" lo invita tentando di suonare un po' più sicuro.
    Un urlo è il segnale che Laufeyson è tornato cosciente, le sue iridi verdi brillano come fari nel buio della stanza e il respiro prova a regolarizzarsi non appena capisce chi ha davanti e il genere di spettacolo che deve aver dato.
    Si rannicchia portandosi le gambe al petto.
    "Dovresti farti medicare, insomma, io non sono un chirurgo ma Banner può far molto per te".
    Il filantropo, miliardario playboy eccetera non sa come reagire davanti agli occhi chiari e confusi del dio dell'inganno.
    Cattivo.
    Bugiardo.
    Sofferente.
    A casa sua, che gli sta rovinando le suppellettili.
    Ora basta.
    "Banner, vieni immediatamente a casa mia" sibila solo al telefono dopo aver composto il numero del dottore e aver chiuso la comunicazione.
    Sorprendentemente il chirurgo si palesa alla porta dell'attico Stark una decina di minuti dopo.
    "Stai morendo?"
    "Aiutalo" dice solo il genio indicando quello che senza armatura pare solo un innocuo giovane molto molto debole.
    Bruce prende la stessa posizione che aveva Iron Man e usa il suo tono più morbido.
    "Loki".
    "Loki guardami un attimo, più collabori prima finiamo".
    Il dio moro si impone di non urlare in un attimo di dignità ma gira la testa, riottoso.
    "Cerbiattino, non devi farlo per forza, vorrei evitare di cambiare il rivestimento del divano ogni due giorni perchè sporco di sangue".
    Il medico comincia la sua opera approfittando del momento di distrazione del semidio.
    Finisce poco dopo e lascia l'appartamento con un ammonimento :"Non ci siamo mai visti, cambiagli le bende ogni due ore e disinfettagli le abrasioni e gli squarci più profondi con frequenza, controlla che non si infettino e prega che tu non lo stia mandando a morire"conclude lapidario Bruce.
    "Oh, allora non ero l'unico che avrebbe voluto offrirgli un drink..."
    "Mi piacciono i cuccioli, sarà una sorta di complesso al contrario; buonanotte".
    Quando ritorna al divano nota che il dio ha di nuovo calato le palpebre e non ha nessuna intenzione di aprirle, che bella cosa.
    Pregando tutti gli dei che conosce s'infila fra le lenzuola: sarebbe stata una settimana piuttosto lunga.
     
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  2. Cicala
     
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    Il lunedì non è una bella giornata per nessuno, figuriamoci poi per i multimiliardari convocati per collaborare e dirigere i lavori di ricostruzione di Manhattan.
    Dopo due ore di lavoro e un mal di testa colossale che lo spinge ad affidare prudentemente tutto il resto del lavoro alla fidata Pepper, si concede di lasciar vagar i pensieri.
    Gli torna in mente la cupa situazione in cui si è trovato invischiato, i pianti, il dolore e la raccapricciante serie di cicatrici che punteggiano il corpo di Loki come se fossero costellazioni su una mappa del cielo.
    Lo aspetta una dannata settimana d'inferno.
    "Tony!Tony!"
    Quella brusca interruzione lo fa sobbalzare.
    "Ciao Pep, sei bellissima stamattina".
    "Stanotte hai dormito o ti sei ubriacato o cos'altro?"
    "Nessuna di queste cose"replica l'uomo sinceramente.
    "Allora vedi di essere più collaborativo e di dare una mano in tempi utili, io vado a prendere un caffè".
    Stark si passa una mano sul viso e ricomincia a lavorare gestendo fondi, muovendo macchine e impartendo ordini un po' qua e un po' là.
    Quando la sua adorabile amministratrice delegata ritorna si ricorda di darle la lieta novella.
    "Ospiterò Loki per un po' su gentile richiesta di Jack il Guercio".
    La donna, comprensibilmente, non brilla dalla gioia.
    "E' quello per cui ti sei quasi ammazzato spedendo una testata nucleare nello spazio?"
    E' bello vedere che qualcuno afferra al volo le cose.
    "Proprio lui, luce dei miei occhi".
    "Ordini di Fury, immagino" sibila lei che per calmarsi si figura la pacifica immagine di un Dio dell'inganno sbriciolato in un tritatutto, poi spiaccicato da un autobus e per concludere sciolto nell'acido.
    Ora sì che cominciava a stare meglio.
    "Esatto, mio fiorellino di campo: una settimana".
    "Spero che tu non trascuri i tuoi impegni lavorativi per stare dietro unicamente a quelli bellici" lo ammonisce.
    L'uomo sa che probabilmente fra gli ordini di Fury che ha ascoltato di malavoglia c'era anche quello di non rivelare a nessuno l'ubicazione di Loki, ma chissenefrega.
    "Oh, non lo farò, giurin giurello".
    "Senza dimenticare quelli extralavorativi"
    Giusto, ci mancava l'extra.
    Sorride, tentando di mostrare un entusiasmo che in quel momento non prova.
    "Mi domando come mai Loki non piaccia a nessuno".
    "Ha tentato di distruggere il nostro pianeta, mi sembra un buon motivo per provare antipatia nei suoi confronti" obietta la donna.
    "Intendevo nel senso filosofico del termine: non credo abbia mai trovato un buon posto dove prendere residenza" controbatte il miliardario.
    "Mi pare normale: è pazzo" conclude Virginia:"Eppure sembra che ti piaccia qualcosa del suo modo di fare o mi sto sbagliando?"domanda la mora alzando un sopracciglio.
    Il cielo sa se quando Pep si mette in testa una cosa non ribalta mari e monti pur di averne la certezza.
    "Gli ho solo offerto un drink, tesoro".
    "E ora è probabilmente a casa tua a dormire sul tuo divano".
    "Sta male e io sono un essere umano, è così difficile da accettare che mi sia comportato secondo la carità cristiana una volta nella mia vita?"sbotta lo scienziato.
    La signorina Potts se ne va senza proferire parola, facendo venire voglia a Stark di mollare un liberatorio pugno alla scrivania: non ha dormito, sta facendo filosofia sulle difficoltà esistenziali di uno jotun quasi certamente gravemente disturbato e oltretutto è annoiato dalla mattinata di lavoro appena trascorsa.
    Quando riprende possesso del suo appartamento nota con piacere che i muratori mandati dalla Stark Industries sono stati rapidi ed efficienti quanto si aspettava.
    Il problema è che non trova Loki.
    Si guarda intorno esaminando i nuovi elementi d'arredo scelti da Pepper e gira giusto un paio di stanze prima di trovarlo, con sua grande sorpresa, con lo sguardo intento a esaminare i grandi palazzi e i grattacieli di New York attraverso le vetrate della cucina, ha ancora addosso il pigiama che gli ha prestato e i punti di sutura pare siano scomparsi, forse merito dell'essere un dio e un alieno particolarmente resistente.
    "Che ci fai in cucina?"chiede Tony notando fra l'altro che in giro c'è qualche residuo di verdura e un barattolo di salsa vuoto.
    "Mi sono fatto da mangiare" replica asciutto il suo coinquilino.
    "Stai meglio?"
    "Le ferite si sono rimarginate e quasi del tutto sparite".
    Lo scienziato pensa con una punta di tristezza che quell'affermazione non implica il suo star bene.
    "E' stata una giornata di merda".
    "Sei sempre così sboccato?"domanda lo jotun con una punta di malcelata irritazione mista a divertimento, ma Stark non è sicuro di aver sentito proprio bene, per cui lascia perdere.
    "Ho discusso con Pep perchè non ha preso molto bene la tua presenza qui".
    Il sopracciglio scuro e ben disegnato del dio si solleva
    "Vuoi farmi trasferire?"
    Sembra quasi angosciato dalla prospettiva.
    "No, sempre che tu non sia disposto a risiedere con la più pericolosa spia russa in circolazione".
    "Chi, la signorina Romanoff?"
    Anthony si chiede come mai a quel accenno alla russa un pizzico d'entusiasmo si sia riformato sul fondo dello sguardo di Loki.
    "Ti piacerebbe?"butta lì a bruciapelo.
    L'interpellato fa spallucce e si ributta sul divano dopo aver meticolosamente riassettato la cucina.
    "Questo posto non era così pulito da... no, effettivamente non ne ho idea".
    Quel commento strappa un ghigno al signore dell'inganno.
    "Non sai cucinare, Stark?"
    "Non evitare la mia domanda, cerbiattino".
    "Ritengo la signorina Romanoff una compagnia interessante, ma avrei da temere per la mia incolumità in sua presenza".
    A questo non aveva pensato: quanto avrebbe potuto sopravvivere Loki in compagnia di Nat senza che finissero per scannarsi, anche solo per ordine diretto di Fury?
    Tanto vale fare una telefonata.
    "Pronto Nat?" dice tentando di suonare vagamente zuccheroso.
    "Stark, io a differenza tua ho del lavoro da fare".
    Sempre il solito pezzo di ghiaccio.
    "Ti scoccerebbe ospitare il cerbiattino per una settimana?"
    propone tentando di farla sembrare una chiacchierata sul tempo.
    "Senza ucciderlo?E poi non dovevi farlo tu su richiesta di Fury,per responsabilizzarti o qualcosa di simile?"
    "Sì tesoro, senza ucciderlo. Il punto è che averlo qui mi impedisce di avere Pep serena e dio solo sa quanto poco sopporto le scenate femminili" fa notare evitando di dire <voi donne> per non irritare Natasha Romanoff.
    "Possibile che non sei in grado di risolvere i tuoi drammi evitando di interrompermi mentre sto contrattando con dei gangster per l'acquisto di una partita di esplosivi con cui avrebbero dovuto far saltare una banca?E soprattutto non chiamarmi tesoro".
    In sottofondo si sente la risata cristallina di Loki.
    "E piantala di ridere tu!" lo rimbrotta il miliardario mentre tenta di concludere in modo a lui favorevole la conversazione con la rossa.

    Edited by Cicala - 9/6/2013, 18:50
     
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  3. Cicala
     
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    Dopo aver scambiato due parole in un fitto giapponese coi delinquenti, la Romanoff ritorna alla cornetta.
    "Li hai già sistemati?Wow che velocità..." commenta Tony.
    "Un buon motivo per farlo, Stark".
    "Ospita Loki o dirò a tutti che abbiamo fatto sesso e stiamo per sposarci".
    "Tutti sanno che non mi avvicinerei a te nemmeno con una tuta anti-radiazioni".
    "E che sei incinta, sono disposto a simulare persino un litigio con Pep e postarlo su Youtube".
    La donna alza gli occhi al cielo.
    "No, Stark."
    "Eddai,Nat!"
    "Come sta?"
    "Chi è che ti ha detto che non è in brillanti condizioni fisiche?"
    "Indovina?"
    Lasciamo stare che è meglio.
    "Puoi farmi questo favore?Passerò a trovarvi ogni tanto..."
    "Soffocati, Stark: il mio indirizzo lo sai,dovrei tornare fra poco".
    E così Loki si vede trasportato da un capo all'altro di New York in un appartamento pulito, ampio e luminoso, tinteggiato con colori chiari.
    Senza poter protestare e mangiandosi ogni fastidioso dolore che sente al tirare dei punti sulle spalle.
    Ora che ci pensa bene Tony non capisce come mai si senta tanto preoccupato all'idea di abbandonare il cerbiattino alle amorevoli cure della Vedova Nera e soprattutto come mai ciò non disturbi, almeno apparentemente, Loki.
    Anthony lo lascia solo ad esplorare la casa.
    Gli occhi del dio si muovono rapidi a esplorare il nuovo ambiente: colori chiari, pochi mobili, una scrivania, un televisore, un divano e grandi finestre.
    "Signorina Romanoff, vedo che le piace la luce" commenta.
    "E così quel gran simpatico di Stark ti ha già abbandonato?Ma quanta dolcezza" ribatte la rossa:"Dal tuo commento devo dedurre che l'appartamento è di tuo gusto?" conclude accomodandosi sul divano e sfilandosi le scarpe con un movimento rapido.
    "Più di quello di Stark e decisamente meglio tenuto".
    "Far fare le pulizie con una certa frequenza aiuta" risponde Natasha.
    Il moro annuisce.
    "Non ti facevo tanto ciarliero".
    "Ciarliero non è il primo aggettivo con cui mi definirei" ribatte il semidio incupendosi.
    "Hai già mangiato?"
    "Sì, grazie".
    La spia si siede al tavolo davanti a un piatto abbondante di insalata.
    "Avete recuperato voi il mio scettro?"
    "Sono affari del dipartimento della difesa, il tuo scettro è sotto la loro custodia".
    "Lo vorranno ad Asgard" osserva asciutto il norreno.
    "Qualcuno glielo porterà" controbatte la rossa pulendosi la bocca dopo aver terminato il pasto.
    "Non è bello essere considerato come un oggetto e venire spostato dove fa più comodo".

    Edited by Cicala - 9/6/2013, 20:42
     
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2 replies since 9/6/2013, 15:18   29 views
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