1. Quel dì più non leggemmo avante

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    By Cicala il 28 April 2013
     
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    So di non essermi più fatta sentire su questi lidi nonostante le millemila promesse, mi dispiace.
    La scuola reclama e io non posso fare a meno di rispondere, l'esame di maturità si avvicina così come una sfilza di interrogazioni che stroncherebbe Eddard Stark in persona.
    Detto ciò, i fatti salienti sono pochi, ma esaminiamoli uno ad uno.
    Sono migliorata in matematica e sono orgogliosa di me stessa, la mia fatica di anni di scuola è stata ripagata(non ricordatemi che non è ancora finita, vi prego çOç).
    Ho scritto un saggio che fa schifo, che diamine!Ora devo scriverlo come articolo di giornale: un bel pezzo da prima pagina, con occhiello incorporato, sul male di vivere.
    Che diamine ne so io?Ho giusto diciannove anni?Montale, Ungaretti, Quasimodo,Pirandello osservavano la realtà e si facevano domande su quello che notavano.
    I risultati per qualcuno erano più positivi, altri negativi ma nessuno ha mai perso la speranza, soprattutto perchè i problemi che raccontavano sono sempre attuali.
    Fermiamoci un attimo a riflettere:siamo nel duemilatredici e abbiamo problemi per la dipendenza da droghe,alcool e fumo, non abbiamo mai abbastanza tempo per essere veramente noi stessi e il lavoro che svolgiamo è alienante, insoddisfacente e nove volte su dieci sottopagato.
    Siamo dipendenti dal denaro in modo assolutamente folle, la gente non ha più un attimo di respiro e quando si perdono i pochi soldi guadagnati ci si spara, si ammazzano figli, suoceri e genitori.
    Seriamente, vi pare una cosa normale?
    A me un mondo del genere fa paura, sono sincera.
    Apri un giornale e scopri che chi ha i soldi ruba peggio di chi muore di fame, chi è ricco non vuole pagare le tasse e si professa strenuo difensore e sostenitore della Costituzione e dei suoi valori(buon 25 aprile, a proposito), c'è la mafia, la corruzione, la malattia che sta tornando(perchè sì, cose come TBC e meningiti e altre piacevolezze sono tornate anche da noi),il dissesto idrogeologico,i rifiuti seppelliti ovunque, la vita si allunga e pare che sia un incentivo a morire più in fretta.
    Il problema della politica italiana è Letta presidente del Consiglio(che è un essere inutile, ma di questo discuteremo in altra sede).
    Spiegatemi con quale pensiero positivo io tiro avanti.
    Mi dicono che a vent'anni non devo occuparmi del mio paese, del posto in cui vivo.
    Solenni minchiate, non lo fa chi è pagato per farlo e quindi tocca a me.
    Il mio mondo è importante!
    Poi dicono che i giovani non sono sè stessi: i giovani sono costretti a fare gli adulti, fumano, bevono, fanno sesso senza capire quello che stanno combinando per davvero e ditemi se questo non è male di vivere.
    Non è solo vivere male, è il dolore della capra di Saba, che muggiva legata a un palo a simboleggiare lo strazio dell'uomo moderno.
    L'Urlo, ecco: parliamo di un quadro in cui la deformazione estrema della figura umana è un segnale efficacissimo del baratro di follia in cui stiamo precipitando: fermatevi, fermiamoci tutti e giù le maschere se vogliamo respirare, come suggeriva Pirandello, che non è proprio il panettiere dietro l'angolo.
    Non posso pensare che la via per risolvere il conflitto fra chi siamo e chi dobbiamo essere sia la follia, anche se ... Qualcuno ha mai pensato da dove possono derivare le nevrosi?Dall'aver soffocato un comportamento, un'idea, un attimo di umanità per essere accettati dagli altri?Agli altri di noi non frega niente, smettiamola di imbottirci di sigarette per smettere di fumare, siamo tutti malati quando facciamo così.
    Lo strazio della vita è anche nel dolore della solitudine e della malattia che ti rende diverso, nell'avere gusti sessuali che non coincidono con quelli considerati nella norma, dal sognare senza aver la forza di realizzare, di provare, perchè si sa già in partenza che tanto la società è troppo forte e il mondo troppo sbagliato per credere che se alzo la testa incontro qualcuno con la testa già su, pronto a sorridermi invece che darmi un calcio in culo.
    Che bella l'inettitudine sveviana e pasoliniana della gente di oggi.
    La vita è una brutta, bruttissima cosa, eppure nessuno di noi può sfuggirle.
    Che diamine c'è ancora da dire?
    Io ritengo che ci sia ben poco: gente come Ungaretti,Montale, Svevo,Pirandello, Saba, Pasolini, Moravia hanno capito qual è la soluzione di questo rebus più intricato di una foresta di spine.
    E' facile.
    Bisogna rileggere ciò che hanno scritto queste persone e domandarsi perchè han deciso di farlo, cosa c'era nella loro testa quando han preso in mano la penna dopo aver dato un occhio al mondo di fuori che procedeva lento, stanco e immutabile.
    Bisogna sentire le vibrazioni profonde della propria anima e godersele, perchè è in quelle oscillazioni fra pianto e riso che sta la risposta all'unica e veramente importante delle grandi domande che l'uomo e la filosofia si ostinano a porci, secolo dopo secolo e tragedia dopo tragedia.
    "Perchè l'uomo esiste?"
    Esistere non è il concetto di vita biologica concepito da Darwin.
    Esistere è emozionarsi, stupirsi, ridere e piangere del mondo intorno a noi e del bene che ci vuole, del bello che ci dà nella sua semplicità.
    Vivere fa male, ma il male che sentiamo c'è sia fra le lacrime che fra i sorrisi, è quella fitta al petto che ti ricorda che sei vivo.
    Dovremmo ricordare tutti quello che i grandi scrittori ci volevano insegnare(che poi è il motivo per cui son diventati grandi): vivere fa male, ma non deve essere mai abbastanza da farci desistere dal volerlo rifare.
    Bye bye~

    Edited by Cicala - 30/4/2013, 08:21
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